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12 novembre 2009

Individuato il Punto G con l'ecografia

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Il Punto G, misteriosa fonte di piacere presente all'interno della vagina della donna, è stato individuato e fotografato in un'ecografia dai professori dell'Università dell'Aquila Emanuele Jannini e Andrea Lenzi.
Il Punto G non si trova nella stessa identica posizione in ogni donna, ma le differenze sono comunque trascurabili: quello rilevato dall'analisi ecografica si trova nella parete anteriore della vagina, sotto l'uretra, tra il secondo e il terzo della vagina.
La localizzazione corrisponde in pieno alla zona dove Ernst Grafemberg, il primo studioso ad averlo individuato e disegnato, pensava che fosse: la lettera G per indicare questa parte del corpo femminile prende il nome proprio dallo scienziato tedesco.
Il punto G consiste in una specie di “bottoncino” carnoso e ricco di terminazione nervose che si ingrossa durante la stimolazione sessuale e può portare a orgasmi prolungati e piacevolissimi.
Comprensibile dunque che la ricerca su questa area del piacere sia stata intensa negli ultimi anni e, recentemente, se ne è discusso al congresso degli andrologi italiani (Siams) e di quelli europei.
Aristotele chiamava il Punto G il bottone del piacere, mentre nella culturatantrica esso è noto come “punto della beatitudine”: la sua scoperta clinica da parte del professor Lenzi, presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale, e del professor Jannini mette a tacere tutte quelle voci che nel corso del tempo avevano classificato il Punto G come un mito e una leggenda.
L'area anatomica dove è stato individuato nella paziente dell'Aquila indica che quella zona vaginale è ricca di ghiandole di Skene, considerata la “prostata” femminile, e di fosfodiesterasi di tipo 5, il principale mediatore chimico dell'erezione maschile.
Il professor Lenzi spiega che il Punto G, quando viene stimolato, si gonfia formando una piccola massa lievemente sporgente: se continua ad essere eccitato, l'utero comincia a contrarsi fino a determinare un orgasmo intenso e particolare, che si accompagna alla secrezione di un liquido chiaro, risultato dalle analisi simile al liquido prostatico. Questo è il motivo per cui si pensa che il Punto G possa essere un “abbozzo” di prostata nelle donne.
La scienza finora non può ancora affermare con certezza che tutte le donne siano provviste del meraviglioso Punto G, ma il professor Jannini comunica che tra poco inizierà uno studio multicentrico europeo, volto a determinare l'incidenza del Punto G nelle donne.
Quello che ora tutte le signore si chiedono è come poter fare per scoprire se possiedono il Punto G e, se sì, come localizzarlo.
Il professor Jannini risponde che il primo strumento terapeutico per una donna è lo specchio e che il vero Punto G è nel cervello femminile, in quanto la vagina e il clitoride sono solo le porte del piacere. L'ecografia serve, dunque, solo quando ci siano dubbi o incertezze, altrimenti basta la passione per un rapporto di coppia soddisfacente.

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