
La nuove versione “leggera” di Facebook è adesso disponibile anche in Italia. Nata per tutti coloro che odiano il Facebook pieno di applicazioni e servizi ed intasato di pubblicità, Facebook Lite è disponibile…. all’indirizzo http://lite.facebook.com/
Parlando francamente, da maniaci di Facebook quali siamo, a noi questa versione non convince in quanto vengono a mancare delle funzionalità che sono tipiche del social network e che servono a innescare il meccanismo tipico e “positivamente” virale della rete sociale.
Diamo uno sguardo a cosa manca in Facebook Lite:
Prima di tutto non c’è la barra sinistra di navigazione che permette di filtrare il contenuto in modo preciso. Non è più possibile quindi capire se nel news feed il contenuto appartiene a “pagine” o a “notizie” o ad “aggiornamenti dello stato”.

Scompaiono poi sia la chat che l’accesso a gruppi e pagine per non parlare del box “in primo piano” che oggi è collocata in home page.
Non c’è più nemmeno il box per aggiornare il proprio stato anche se ciò può esser fatto cliccando un tasto. Tuttavia, in stile twitter, lo stato consiste di solo testo senza possibilità di aggiungere foto, video o links.

I profili sono molto più minimalisti e non è possibile taggare gli amici negli aggiornamenti di stato. Anche la pubblicità sembra ridotta ma ciò potrebbe essere una cosa temporanea, perché ricordiamoci che anche Facebook deve andare avanti e pagare gli stipendi. Detto questo, non sembra esserci l’accesso allo strumento di gestione della pubblicità.
Altra curioso taglio riguarda la possibilità di ricevere richieste per applicazioni o aggiornamenti di amici relativi alle app (cose che comunque possono essere già escluse). Ciò è normale in quanto Facebook Lite non sembra avere proprio nessuna applicazione esterna.
Facebook Lite nasce espressamente per chi ha una connessione lenta e non è in grado di navigare bene il nostro beneamato Social Network. Si tratta di una versione che troverà apprezzamento in chi non ama la confusione e preferisce l’essenziale. Ci pare però che i tagli siano stati drastici e vadano un po’ contro l’idea di “apertura” verso l’esterno di Facebook, arma che finora si è rivelata vincente.
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