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24 giugno 2010

Disastro azzurro, l'Italia torna a casa. Lippi: "Colpa mia"

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L'Italia è fuori dal Mondiale. La sconfitta per 3-2 contro la Slovacchia condanna gli Azzurri che fanno le valigie e tornano a casa con un mesto ultimo posto nel gruppo F. Un Mondiale davvero disastroso per la nostra Nazionale. Sotto accusa Marcello Lippi, che ora lascerà la panchina a Cesare Prandelli.
Il tecnico viareggino, a cui diamo tutti i meriti per il successo in Germania nel 2006, in Sudafrica ha mostrato gravi incertezze dalla scelta delle formazioni sino ad alcune esclusioni eccellenti che non si possono dimenticare: Cassano, Ambrosini, Miccoli, Totti e Balotelli, solo per citarne alcuni. Della spedizione azzurra
c'è da salvare ben poco, neppure il carattere del gruppo che doveva essere il nostro punto di forza (forse lo si è visto solo nei minuti finali).
Contro la Slovacchia si è vista nel primo tempo la peggiore Italia degli ultimi anni. Passaggi sbagliati, poca attenzione e una squadra di un livello tecnico mediocre, inutile nascondersi. La Slovacchia è passata in vantaggio al 26' con Vittek. Grave l'errore in fase di disimpegno di De Rossi con una palla ragalata all'attaccante slovacco che ha battuto Marchetti con un chirurgico diagonale. La squadra di Lippi resta immobile e senza idee.

Nella ripresa Lippi cambia e passa al 4-2-3-1 con Quagliarella davanti e Maggio a destra. Il ct, ormai con le mani nei capelli,  si gioca anche la carta Pirlo. La prima grande occasione capita sui piedi di Quagliarella con Skertl che respinge il pallone sulla linea di porta (alla moviola il pallone sembra aver oltrepassato di poco la linea).

Dopo l'illusione del pari, gli slovacchi segnano il 2-0 ancora con Vittek che sorprende Chiellini nell'area piccola. Di Natale, a dieci minuti dal termine illude con la rete del 2-1, poi l'errore imperdonabile della difesa azzurra sulla rimessa laterale: Kopunek, tutto solo, segna il 3-1. La  bellissima rete finale del 3-2 di Quagliarella fa crescere solo la rabbia per una partita che poteva e doveva essere vinta.

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