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19 novembre 2009

IBM sviluppa il computer che emula il cervello

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Tra 10 anni, secondo IBM, avremo computer capaci di imitare l'attività del cervello umano.
Dharmendra Modha di IBM, non ha proprio dubbi: la sua azienda e alcune delle più prestigiose università hanno compiuto passi da gigante, in un solo anno, simulando la complessità dell'attività della corteccia cerebrale di un gatto. Un punto d'inizio che pone il traguardo "umano" non così lontano.
IBM e altre cinque università, nel 2008, hanno ottenuto un contratto DARPA (da 20 milioni di dollari) per lavorare sul progetto di un computer capace di replicare la complessità d'azione del cervello umano. In un anno è stata realizzata la simulazione corticale in tempo reale dell'attività di oltre un miliardo di neuroni in una rete di 8,87 trilioni di sinapsi. Un traguardo che, secondo Modha, è superiore a quanto succede all'interno del cervello di un gatto.

Per raggiungere l'obiettivo, è stato creato un algoritmo chiamato BlueMatter che serve a computare le connessioni tra tutte le locazioni corticali del cervello umano e quelle sub-corticali. Questa operazione di mappatura è un passo cruciale per capire veramente come comunica e processa le informazioni il nostro cervello. BlueMatter lavora sul supercomputer Blue Gene – 147.456 CPU e 144 terabyte di memoria - e si avvale di risonanze magnetiche approfondite.
Il lavoro in atto è una combinazione di supercomputing, neuroscienza e nanotecnologia. Con computer in grado di avere questa potenza, potrebbe essere possibile realizzare analisi realistiche di tipo finanziario o di qualsiasi altro genere. Insomma, risolvere qui problemi con innumerevoli variabili che a oggi non si riescono ancora a portare a termine in tempi brevi.
È in atto un vero e proprio reverse-engineering del cervello umano, per imparare gli "algoritmi" che lo controllano. Dobbiamo iniziare ad avere paura?

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